La pizza napoletana, con la sua crosta alta e soffice, i suoi ingredienti freschi e i sapori autentici, è un vero e proprio emblema della cucina italiana, e un punto di riferimento fondamentale della cultura napoletana.
Questo piatto, amatissimo in ogni angolo del mondo, racchiude in sé l’essenza dell’ospitalità, e della passione culinaria tipiche dell’Italia meridionale.
Al centro della sua preparazione, troviamo la tradizione e il savoir-faire degli abili pizzaioli, che custodiscono gelosamente i segreti di un’arte tramandata di generazione in generazione.
In quest’articolo, ci immergeremo nel viaggio affascinante attraverso la storia della pizza napoletana, esplorando le sue origini, le tecniche e gli ingredienti che ne fanno un capolavoro della gastronomia italiana.
Origini della pizza napoletana
Per comprendere appieno le radici della pizza napoletana, è essenziale esaminare le origini più antiche della pizza in generale.
Risalendo a ritroso nel tempo, troviamo che l’idea di utilizzare una base di pane come base per vari ingredienti affonda le sue radici nell’antica Grecia, dove venivano consumati pani piatti conditi con erbe, olio d’oliva e formaggio.
Anche nell’Impero Romano, si consumavano focacce simili, chiamate “panis focacius“, che venivano cotte su pietre calde e condite con vari ingredienti.
Tuttavia, la svolta ci fu nel XVIII secolo a Napoli, dove la pizza cominciò a prendere la forma che conosciamo oggi.
In quegli anni, Napoli era una città densamente popolata e i suoi abitanti, soprattutto quelli meno abbienti, cercavano cibi economici e facili da consumare.
Fu così che nacque l’idea di aggiungere pomodoro, un ingrediente introdotto in Europa dalle Americhe, alla tradizionale focaccia locale. Questa combinazione divenne rapidamente popolare tra la popolazione napoletana e segnò l’inizio del lungo e appassionante cammino che avrebbe portato alla creazione della pizza napoletana, simbolo indiscusso dell’arte culinaria italiana.
La prima pizzeria a Napoli
La storia della pizza a Napoli non sarebbe completa senza menzionare la nascita della prima pizzeria nella città partenopea. L’apertura di questa storica pizzeria risale al lontano 1738: si chiamava “Antica Pizzeria Port’Alba” ed è ancora oggi in attività nel cuore di Napoli, conservando il fascino e la tradizione di un tempo.
Il pizzaiolo che diede vita a questa pizzeria era un uomo di nome Antonio Sacco. La sua idea rivoluzionaria fu quella di creare un luogo dedicato esclusivamente alla preparazione e alla vendita della pizza, piatto che fino ad allora veniva venduto principalmente per strada dai venditori ambulanti.
Antonio Sacco, con la sua passione e la sua dedizione all’arte della pizza, contribuì a diffondere la cultura della pizzeria, un’istituzione che si sarebbe poi diffusa in tutto il mondo.
L’Antica Pizzeria Port’Alba divenne rapidamente un punto di riferimento per i napoletani e per i visitatori, grazie alla qualità delle sue pizze e all’atmosfera accogliente e conviviale.
Questo locale, situato vicino ai famosi “Port’Alba“, gli antichi accessi alla città, era frequentata da una clientela variegata: studenti, artisti, intellettuali e lavoratori si ritrovavano lì per gustare una pizza e condividere momenti di convivialità.
La storia della prima pizzeria a Napoli è quindi un tassello fondamentale nella tradizione culinaria italiana e testimonia l’importanza e l’influenza della pizza nella cultura e nella società napoletana.
La nascita della pizza Margherita e la sua storia
La leggenda della creazione della pizza Margherita risale al giugno del 1889, quando la regina Margherita di Savoia, consorte del re Umberto I, visitò Napoli con suo marito e decise di assaggiare il miglior cibo della città.
Il loro chef di corte, conoscendo la reputazione di Raffaele Esposito, gli chiese di preparare una pizza speciale per la regina.
Per celebrare la visita reale, il pizzaiolo Raffaele Esposito, proprietario della pizzeria chiamata “Pietro…e basta così” (ancora oggi in attività col nome di pizzeria Brandi), decise di creare una pizza speciale in onore della regina.
Esposito si ispirò ai colori della bandiera italiana e scelse ingredienti che rappresentassero il rosso, il bianco e il verde: pomodori rossi, mozzarella bianca e basilico verde. La pizza fu così chiamata “Margherita” in onore della regina, e divenne presto un successo tra la popolazione locale e in seguito in tutto il paese.
La pizza Margherita, oltre ad essere apprezzata per il suo sapore unico, è diventata un simbolo di unità nazionale, poiché rappresenta i colori della bandiera italiana e celebra un momento storico importante per l’Italia. Ancora oggi, la pizza Margherita è conosciuta e amata in tutto il mondo come esempio di tradizione culinaria italiana e simbolo di orgoglio e unità nazionale.
Gli ingredienti e le tecniche tradizionali della pizza napoletana
La pizza napoletana è rinomata per la sua semplicità e l’uso di ingredienti freschi e di alta qualità.
Questi includono: la farina di grano tenero tipo 00, lievito naturale o di birra, acqua, sale e olio d’oliva.
Per la preparazione della pizza Margherita, si utilizzano pomodori San Marzano, mozzarella di bufala o fior di latte e basilico fresco. Altri ingredienti tipici possono includere l’aglio, l’origano e l’olio d’oliva extra vergine.
Le tecniche tradizionali per preparare la pizza napoletana prevedono l’impiego di una lunga lievitazione, di solito tra le 8 e le 24 ore, che permette alla pasta di sviluppare il suo caratteristico sapore e consistenza.
La pasta viene poi lavorata manualmente, formando un bordo leggermente più spesso chiamato “cornicione”. La salsa di pomodoro viene preparata con pomodori freschi schiacciati e condita con sale e, se lo si desidera, aglio e origano. La mozzarella viene tagliata a fette o a cubetti e disposta sulla salsa, insieme alle foglie di basilico.
La cottura della pizza napoletana avviene in un forno a legna, che raggiunge temperature molto elevate, solitamente tra i 450 e i 485 gradi Celsius.
La pizza viene cotta direttamente sulla pietra refrattaria del forno per un periodo molto breve, di solito non più di 90 secondi, conferendo alla pizza una crosta leggera e croccante all’esterno, mentre rimane soffice e umida all’interno.
Infine, viene condita con un filo d’olio d’oliva extra vergine prima di essere servita.
Il riconoscimento internazionale e la tutela della tradizione
La pizza napoletana è diventata un simbolo dell’Italia nel mondo, ed è apprezzata per il suo sapore autentico, e la sua inconfondibile consistenza.
La sua fama si è diffusa rapidamente oltre i confini italiani, con pizzerie e ristoranti che offrono questa delizia culinaria in numerosi paesi. La diffusione della pizza napoletana ha contribuito a promuovere la cultura italiana, e la sua ricca tradizione gastronomica a livello globale.
Nel 2017, l’arte culinaria dei pizzaioli napoletani è stata riconosciuta come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO. Questo prestigioso riconoscimento sottolinea l’importanza di preservare e proteggere la tradizione e l’unicità della pizza napoletana, valorizzando l’abilità e la passione dei pizzaioli che perpetuano questo antico mestiere.
Inoltre, l’inclusione della pizza napoletana nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità, contribuisce a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di mantenere viva la tradizione e di trasmetterla alle future generazioni.
La tutela della pizza napoletana è supportata anche dall’Associazione Verace Pizza Napoletana, fondata nel 1984. L’associazione si dedica alla promozione, protezione e certificazione della pizza napoletana autentica, stabilendo regole precise sulla preparazione e la cottura, oltre a offrire corsi di formazione per pizzaioli in tutto il mondo.
Grazie a questi sforzi, la pizza napoletana continua a essere apprezzata e celebrata come uno dei capolavori della cucina italiana.